martedì 5 novembre 2013

Spezzo una lancia per la Cancellieri

Il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri.
Spezzo una lancia in favore di Annamaria Cancellieri contro la quale mi pare si stia innescando una "caccia alle streghe" sapientemente alimentata da chi vorrebbe equiparare il suo caso a quello del leader di FI. Reputo la sig.ra Cancellieri una persona saggia ed intelligente, la quale, ieri si è pubblicamente difesa servendosi delle stesse argomentazioni da me precedentemente utilizzate in una discussione per difenderne l'operato. Dal che ho potuto apprendere la piena sintonia di vedute tra me ed un'altra persona, intellettualmente onesta, la cui umanità penso risulti irriconoscibile solo a chi ne è privo. Ecco ciò che pensavo e penso in merito alla questione:

a) Rispetto al caso di Berlusconi ci sono evidenti differenze: Berlusconi avrebbe fatto pressioni ("la nipote di Mubarak") per andare oltre la legge, nello specifico per far sì che Ruby fosse affidata alla Minetti anziché esser trasferita in una comunità mentre la Cancellieri, da capo del dicastero si è semplicemente interessata affinché i suoi subordinati facessero bene il loro mestiere. Non si può fare di tutta l'erba un fascio..

b) Fermo restando che la questione rientra nell'interesse pubblico a che i diritti di una persona con problemi di salute fossero rispettati, per come la vedo io, chi ricambia un favore, finché resta nella legalità e nella legittimità, fa solo del bene. Non si può biasimare una persona che, correttamente, si è preoccupata affinché un'altra, detenuta, avesse un trattamento giuridicamente corretto. Penso che farlo sia infantile.

Esprimo pertanto la massima solidarietà verso una ministra che si è dimostrata autonoma ed indipendente anche rispetto alle pretese delle "lobby" ( cfr. l'articolo su Corriere.it visibile cliccando QUI ). Se si dimetterà, ciò avverrà a causa della stessa irrazionale follia che rese martire Gesù Cristo duemilatredici anni fa.

N.B. ore 13:22 del 5/11/2013: intanto Berlusconi rilancia sulla questione della Grazia da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Pur spettando a quest'ultimo la decisione finale, il procedimento prevede una serie di relazioni e pareri, favorevoli o contrari, da parte di diversi organi, uno dei quali è il Ministro della Giustizia..





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