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Il BDSM, è un gioco nel quale le parti consenzienti che vi partecipano si esprimono quali "vittima e carnefice". |
Segnalo questo interessante blog della dott.ssa Francesca Saccà ( per accedere cliccare QUI ). Tratta delle "vittime" di dipendenze affettive e dei "carnefici" del caso, chiamati, nel blog, "vampiri", definiti come "(..) individui che, per sentirsi potenti e riempire i loro vuoti interiori, si nutrono della forza vitale altrui. Si tratta di persone comuni (..) che si muovono nel mondo sottraendo alle loro prede energie e dignità (..)".
Ciò benché di vere e proprie "vittime" e "carnefici" non si tratti giacché comunque "(..) un vampiro, per esercitare la sua azione, non fa tutto da solo ma ha bisogno della partecipazione della sua vittima in una sorta di gioco a due (..)". A mio modo di vedere, ciò significa che in queste dinamiche, che possono riguardare parenti, amici, conoscenti, partner, colleghi.. non c'è un vero "colpevole" e la "responsabilità" per come funziona il rapporto, è di entrambi, al 50%.
L'argomento mi è caro per via del primario valore che attribuisco al tema della libertà e riguarda quegli attentati all'indipendenza da cui, da sempre, costantemente mi guardo.
La dottoressa Saccà, nei suoi articoli spiega, giustamente che "(..) spesso le vittime si accaniscono in una bramosia di approvazione o partecipazione emotiva che non potrà mai avere luogo (..) Ci si sottomette molto spesso ai vampiri per essere accettati, amati, per paura della solitudine (..) La mancanza di autostima e di amore sano di sé generano in chi subisce un pericoloso meccanismo di accettazione passiva delle dinamiche imposte (..). Le vittime prescelte sono persone semplici, con animo buono, predisposte all’accoglienza e all’accudimento, dunque quelle che hanno maggiori energie cui poter attingere. Ma le vittime non sono necessariamente persone fragili o remissive. Molto spesso il vampiro attacca personalità forti, ottimiste, positive, con un bagaglio di virtù ed energie da intaccare (..) Ci troviamo dunque di fronte a coppie formate da narcisisti perversi rigidi e vittime passive che cercano sempre di capire, di giustificare, mettendo da parte la propria dignità e alimentando la falsa speranza che il carnefice raggiunga prima o poi la consapevolezza delle sue azioni (..) Ci si chiede spesso perché le vittime non reagiscano. La risposta è semplice, non lo sanno fare. Spesso sono reduci da esperienze infantili dove non hanno sviluppato alcuna capacità di espressione delle loro emozioni e bisogni, dove non si sono potute permettere di ‘ribellarsi’. Queste persone hanno imparato che per essere amati bisogna sempre accettare, capire e spesso ‘salvare’ e si sentono in colpa se non riescono a contribuire a questa missione. Nel frattempo, mentre il tempo passa, si mettono sempre più da parte e la loro identità ne risente fino ad annullarsi nei casi più gravi. Quando ciò accade il carnefice ha raggiunto il suo scopo (..)".
Insomma, contro gli attentati all'indipendenza, all'autonomia, alla libertà c'è solo una cosa da fare: alimentarle ed accrescerle, renderle più forti.. ciò detto, è chiaro che fare sempre e comunque ciò che si vuole non aumenti la propria libertà ma, anzi, sia da "bambini" incapaci di rinunce e la deprima. Ed in tal senso, per via dello spirito di "accettazione/adattamento" della "vittima", per quanto esagerato, penso che il "carnefice" ne dipenda più di quanto quest'ultima dipenda dal primo. Concludo sottolineando che la vita di relazione è importante e che, pertanto, entro certi limiti, la diplomazia lo sia altrettanto.
Ciò benché di vere e proprie "vittime" e "carnefici" non si tratti giacché comunque "(..) un vampiro, per esercitare la sua azione, non fa tutto da solo ma ha bisogno della partecipazione della sua vittima in una sorta di gioco a due (..)". A mio modo di vedere, ciò significa che in queste dinamiche, che possono riguardare parenti, amici, conoscenti, partner, colleghi.. non c'è un vero "colpevole" e la "responsabilità" per come funziona il rapporto, è di entrambi, al 50%.
L'argomento mi è caro per via del primario valore che attribuisco al tema della libertà e riguarda quegli attentati all'indipendenza da cui, da sempre, costantemente mi guardo.
La dottoressa Saccà, nei suoi articoli spiega, giustamente che "(..) spesso le vittime si accaniscono in una bramosia di approvazione o partecipazione emotiva che non potrà mai avere luogo (..) Ci si sottomette molto spesso ai vampiri per essere accettati, amati, per paura della solitudine (..) La mancanza di autostima e di amore sano di sé generano in chi subisce un pericoloso meccanismo di accettazione passiva delle dinamiche imposte (..). Le vittime prescelte sono persone semplici, con animo buono, predisposte all’accoglienza e all’accudimento, dunque quelle che hanno maggiori energie cui poter attingere. Ma le vittime non sono necessariamente persone fragili o remissive. Molto spesso il vampiro attacca personalità forti, ottimiste, positive, con un bagaglio di virtù ed energie da intaccare (..) Ci troviamo dunque di fronte a coppie formate da narcisisti perversi rigidi e vittime passive che cercano sempre di capire, di giustificare, mettendo da parte la propria dignità e alimentando la falsa speranza che il carnefice raggiunga prima o poi la consapevolezza delle sue azioni (..) Ci si chiede spesso perché le vittime non reagiscano. La risposta è semplice, non lo sanno fare. Spesso sono reduci da esperienze infantili dove non hanno sviluppato alcuna capacità di espressione delle loro emozioni e bisogni, dove non si sono potute permettere di ‘ribellarsi’. Queste persone hanno imparato che per essere amati bisogna sempre accettare, capire e spesso ‘salvare’ e si sentono in colpa se non riescono a contribuire a questa missione. Nel frattempo, mentre il tempo passa, si mettono sempre più da parte e la loro identità ne risente fino ad annullarsi nei casi più gravi. Quando ciò accade il carnefice ha raggiunto il suo scopo (..)".
Insomma, contro gli attentati all'indipendenza, all'autonomia, alla libertà c'è solo una cosa da fare: alimentarle ed accrescerle, renderle più forti.. ciò detto, è chiaro che fare sempre e comunque ciò che si vuole non aumenti la propria libertà ma, anzi, sia da "bambini" incapaci di rinunce e la deprima. Ed in tal senso, per via dello spirito di "accettazione/adattamento" della "vittima", per quanto esagerato, penso che il "carnefice" ne dipenda più di quanto quest'ultima dipenda dal primo. Concludo sottolineando che la vita di relazione è importante e che, pertanto, entro certi limiti, la diplomazia lo sia altrettanto.