Penso che l'essere neutrali, oggettivi, razionali, soprattutto nello svolgimento della professione giornalistica, sia importante. Si tratta, purtroppo, di caratteristiche che mancano in molti quotidiani, apertamente schierati da una parte piuttosto che dall'altra. Penso che un giornale "di parte" non sia un giornale, al massimo un a rivista di partito.. e che un giornalista schierato, non sia un giornalista, al limite un simpatizzante politico. Cambiano gli attori ma "il teatrino da politicanti", come veniva chiamato, è sempre lo stesso: si leggono giornali scriverne di santa ragione contro gli esponenti della fazione avversaria, ma di fatto tali esponenti sono legati da vincoli di cooperazione "necessaria" tra partiti. Ed in fondo non c'è nulla di male né nel fatto che un partito abbia una propria "rivista", né che i "simpatizzanti" giornalisti schierati critichino le idee di esponenti della fazione avversaria. Ciò che è inaccettabile è che si varchino certi limiti, che tendono a creare caos e fomentare conflitti in un momento difficile per tutti, limiti ampiamente superati nel recente passato. Il riferimento è a certi episodi di dossieraggio d'assalto, catalogabili col neologismo "metodo-Boffo", realizzati, purtroppo, anche da stimabili giornalisti, caduti in grave errore. Penso che sia proprio contro questo giornalismo che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, abbia voluto scagliarsi con la dichiarazione che segue: "(..) La vita pubblica e l'opinione dei cittadini sono condizionate e deviate da un'onda diffusa e continua di vociferazioni, di faziosità, di invenzioni calunniose che inquinano il dibattito politico e mirano non solo a destabilizzare un equilibrio di governo ma a gettare ombre in modo particolare sulle istituzioni di più alta garanzia e di imparziale e unitaria rappresentanza nazionale (..)".
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