"(..) Coraggio è la mazza più micidiale: il coraggio ammazza anche la compassione. Ma la compassione è l'abisso più fondo: quanto l'uomo affonda la sua vista nella vita, altrettanto l'affonda nel dolore. Coraggio è però la mazza più micidiale, coraggio che assalti: esso ammazza anche la morte, perché dice: "Questo fu la vita? Orsù! Da capo!". Ma in queste parole sono molte squillanti fanfare. Chi ha orecchi, intenda. "Alt, nano! dissi. O io! O tu! Ma di noi due il più forte son io: tu non conosci il mio pensiero abissale! Questo - tu non potresti sopportarlo!". Qui avvenne qualcosa che mi rese più leggero: il nano infatti mi saltò giù dalle spalle, incuriosito! Si accoccolò davanti a me, su di un sasso. Ma, proprio dove ci eravamo fermati, era una porta carraia. "Guarda questa porta carraia! Nano! continuai: essa ha due volti. Due sentieri convengono qui: nessuno li ha mai percorsi fino alla fine.
Questa lunga via fino alla porta e all'indietro: dura un'eternità. E quella lunga via fuori della porta e in avanti - è un'altra eternità. Si contraddicono a vicenda, questi sentieri; sbattono la testa l'un contro l'altro: e qui, a questa porta carraia, essi convengono. In alto sta scritto il nome della porta: "attimo''. Ma, chi ne percorresse uno dei due sempre più avanti e sempre più lontano: credi tu, nano, che questi sentieri si contraddicano in eterno?". "Tutte le cose diritte mentono, borbottò sprezzante il nano. Ogni verità è ricurva, il tempo stesso è un circolo". "Tu, spirito di gravità! dissi io incollerito, non prendere la cosa troppo alla leggera! O ti lascio accovacciato dove ti trovi, sciancato - e sono io che ti ho portato in alto! Guarda, continuai, questo attimo! Da questa porta carraia che si chiama attimo, comincia all'indietro una via lunga, eterna: dietro di noi è un'eternità. Ognuna delle cose che possono camminare, non dovrà forse avere già percorso una volta questa via? Non dovrà ognuna delle cose che possono accadere, già essere accaduta, fatta, trascorsa una volta? E se tutto è già esistito: che pensi, o nano, di questo attimo? Non deve anche questa porta carraia esserci già stata? E tutte le cose non sono forse annodate saldamente l'una all'altra in modo tale che questo attimo trae dietro di sé tutte le cose avvenire? Dunque - anche se stesso? Infatti, ognuna delle cose che possono camminare: anche in questa lunga via al di fuori - deve camminare ancora una volta! E questo ragno che indugia strisciando al chiaro di luna e persino questo chiaro di luna e io e tu bisbiglianti a questa porta, di cose eterne bisbiglianti - non dobbiamo tutti esserci stati un'altra volta? e ritornare a camminare in quell'altra via al di fuori, davanti a noi, in questa lunga orrida via - non dobbiamo ritornare in eterno?". [...] l'uomo é il più crudele degli animali: ecco che io muoio e scompaio, diresti, e in un attimo sono un nulla. Le anime sono mortali come i corpi. Ma il nodo di cause, nel quale io sono intrecciato, torna di nuovo, esso mi creerà di nuovo! Io stesso appartengo alle cause dell'eterno ritorno. Io torno di nuovo, con questo sole, con questa terra, con quest'aquila, con questo serpente, non a nuova vita o a vita migliore o a una vita simile: io torno eternamente a questa stessa identica vita.(..)".
Tratto da "Così Parlò Zarathustra" di F. Nietzsche
In una serie di ritratti, l'artista Lena Hades, pittrice Russa nata e residente a Mosca ( http://it.wikipedia.org/wiki/Lena_Hades ), coglie alcuni momenti salienti dell'opera di F. Nietzsche "Così Parlò Zarathustra". Il resto delle opere è liberamente visibile al sito dell'artista, riportato in calce al post. Le opere sono introdotte dal seguente brano, tratto da "Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali":
"Owing to errors regarding their descent, their uniqueness, their mission, and by claims based upon these errors, men have again and again “surpassed themselves”; but through these same errors the world has been filled with unspeakable suffering, mutual persecution, suspicion, misunderstanding, and an even greater amount of individual misery. Men have become suffering creatures in consequence of their morals, and the sum-total of what they have obtained by those morals is simply the feeling that they are far too good and great for this world, and that they are enjoying merely a transitory existence on it. As yet the “proud sufferer” is the highest type of mankind".
"A causa di errori riguardanti la loro origine, la loro unicità, la loro missione, e da rivendicazioni basate su questi errori, gli uomini hanno ancora e ancora "superato se stessi", ma attraverso questi stessi errori il mondo è stato riempito di indicibile sofferenza, persecuzione reciproca, diffidenza, incomprensione, e una quantità ancora maggiore di miseria individuale. Gli uomini sono diventati creature che soffrono in conseguenza della loro morale, e la somma totale di ciò che hanno ottenuto da questa morale è semplicemente la sensazione di essere troppo buono e grande per questo mondo, e che si stanno godendo semplicemente un'esistenza transitoria in esso. Finora il "malato orgoglioso" è il tipo più elevato di umanità".
Tratto da "Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali" di F. Nietzsche
Le opere di Lena Hades riguardanti il ciclo "Così Parlò Zarathustra", sono consultabili al seguente link:
http://www.lenahades.co.uk/#!nietzsche/c231y
http://www.lenahades.co.uk/#!nietzsche/c231y
Nessun commento:
Posta un commento